Libro è stato pubblicato ISBN: 978-1-897510-65-0 © Antonov V.V., 2010 Lavoro nel mondo materialePer ogni persona, anche se essa non è ancora sufficientemente matura per comprendere le verità religiose, sono essenziali due principi da applicare al suo lavoro. Sono la probità e l’aspirazione ad imparare quante più cose possibili. Il secondo principio sottintende non solo la voglia di studiare, ma anche l’abbastanza frequente cambiamento dei campi d’applicazione e dei posti di lavoro. In questo caso, ad ogni nuovo posto di lavoro veniamo già arricchiti dell’esperienza di tutti i lavori precedenti. Ciò arricchisce sostanzialmente l’esperienza della vita, sviluppa l’intelletto, crea una premessa oggettiva d’esser rispettato da altre persone. Invece, per una persona religiosa si presuppone un atteggiamento ancora più serio verso il lavoro, in pratica esso deve vedere la propria attività sociale come il servizio a Dio. Questo si chiama il karma-yoga. Il karma-yoga è la via di perfezionamento di se stesso per mezzo dell’aiuto a Dio nella Sua Evoluzione. Concretamente questo si rivela, prima di tutto, nell’aiuto multiforme ad altre persone — l’aiuto nelle cose veramente utili alla gente, compreso l’aiuto spirituale. Nello stesso tempo bisogna cercare di servire con le proprie capacità superiori, nonché aspirare ad impadronirsi delle pratiche sempre più alte, che serviranno per svolgere questo servizio [10,18]. Essendo così l’atteggiamento verso il lavoro, l’interesse materiale personale risulta poco significante, perché tale servizio è la rivelazione del proprio amore verso Dio e verso la gente. E’ possibile far pagare il proprio amore con i soldi? Krishna ne ha parlato così: “Dovete vedere il lavoro, ma non i profitti si possono ricavare da esso… Sono infelici coloro che lavorano solo per essere premiati.”[10,18] (Bhagavad Gita, capitolo 2:47,49). Eppure, il karma-yoga non significa affatto il principio del lavoro gratuito. Un karma-yoghi però si alimenta dei “resti dei suoi sacrifici”, come figurativamente ha spiegato Krishna [10,18] (Bhagavad Gita, capitolo 3:13). Ad ogni modo, coloro che sono aiutati non devono dimenticare che anche il loro aiutante deve avere con che mezzi comprarsi il cibo, pagare i trasporti, l’alloggio, ecc. Ricordiamo le parole di Gesù Cristo a questo proposito: “Il lavoratore è degno del cibo” (Mf 10:10), “Il lavoratore è degno d’essere premiato del suo lavoro” (Lk 10:7). E le parole di Krishna da Bhagavad Gita: “L’uomo che ai doni ricevuti non corrisponde con i suoi doni, è un ladro”. [10,18] (Bhagavad Gita, capitolo 3:12). Tramite un’intensa ricerca spirituale continua e solo facendo servizio basato sui principi del karma-yoga una persona sviluppa in se sia l’Amore, sia la Saggezza, sia la Forza. Abbiamo già parlato molto dell’Amore. Adesso parliamo della Saggezza, qualità senza la quale, è impossibile diventare perfetto, impossibile unirsi con Dio. La Saggezza è la conoscenza di tutte le cose più importanti: come è Dio, che cos’è l’uomo, qual è il senso della vita dell’uomo, che cos’è l’Evoluzione della Coscienza Universale. E’ anche conoscere quanto diverse possono essere le anime, è la capacità di distinguere le persone secondo le loro qualità, capacità e possibilità d’età psicogenetica. E’ anche conoscere la Via Diretta verso la Perfezione e diverse forme di deviazioni da questa Via. E’ la cognizione di come aiutare ogni persona ad evolvere, determinando la forma idonea d’aiuto spirituale. La Saggezza viene acquisita tramite lo studio teorico e l’esperienza pratica. Il primo consiste nello studiare le istruzioni che Dio ha dato più di una volta alle persone incarnate, nonché nello studiare l’esperienza delle ricerche e peregrinazioni degli uomini sulla Via che porta a Lui. Invece le conoscenze pratiche vengono acquisite dall’uomo studiando se stesso e Dio sulla Via spirituale, nonché nel servizio spirituale e nella creazione spirituale. <<< Indietro : : : In su : : : Avanti >>> |