Libro è stato pubblicato ISBN: 978-1-897510-65-0 © Antonov V.V., 2010 DioAbbiamo, quindi, esaminato il problema di dove cercare Dio: bisogna cercarLo non in cielo, non in alto, ma nella profondità dello spazio pluridimensionale. Bisogna cominciare a cercarLo non nello spazio cosmico, ma nel proprio petto — nel cuore spirituale, nel chakra anahata, nel dan-tian medio. Abbiamo anche affermato che con la parola Dio (comincia con la maiuscola) s’intende, prima di tutto, La Coscienza Universale Primordiale, che abita nel più profondo, primordiale, finissimo strato dello spazio pluridimensionale. Questa Coscienza Primordiale è la stessa in tutto l’universo e, certamente, anche per tutti gli esseri viventi, inclusi tutti gli uomini del nostro pianeta. Dato che, nelle diverse lingue terrestri, Dio suona in modo diverso, non ne consegue che anche gli Dei dei popoli di vari paesi siano diversi. Varie nazioni pronunciano in modo diverso anche le parole “Sole” e “Terra”, però ciò non vuol dire che il popolo di ogni paese abbia il proprio Sole e che ogni paese si trovi su un pianeta a sé. Eppure, non abbiamo ancora esaminato tutti gli aspetti della definizione “Dio”. Per esempio, il lettore potrebbe chiedere: Cosa s’intende negli insegnamenti del Vedanta sotto la formula “Dio è Tutto”?, “Che cos’è la Trinità cristiana?”, “Che cos’è il Brahman?”, “Esistono gli Dei-Demiurghi planetari?”, “Come possiamo capire l’affermazione che ogni Gesù, Babaji, Sathya Sai Baba è anche Dio?”, “Come accordare la tesi del Vedanta dove si afferma che il Brahman è l’Assoluto, cioè Tutto, con le parole di Krishna dove è detto che al di sopra del Brahman esiste un livello ancora più alto di Coscienza Divina — Ishvara, Dio-Padre?”… Chiariamo tutti questi argomenti. La prima cosa da accettare subito è di escludere dalla propria visione del mondo gli “dei” pagani fiabeschi, sui quali la gente fantasticava su tutta la Terra prima di conoscere il Dio Unico. C’erano tante di queste fiabe sia nell’Antica Grecia, sia nell’Antica Roma, sia in India, sia tra gli arabi, sia in Russia. Lasciamo investigare gli amanti del folclore su quei personaggi, e continuiamo il discorso scientifico serio in base alle informazioni comunicateci direttamente da Dio, nonché in base all’esperienza dello studio pratico della Verità. Dunque, che cos’è l’Assoluto? Questa parola significa assolutamente Tutto ciò che esiste nell’universo. E cosa esiste nell’universo pluridimensionale? Prima di tutto, il Creatore stesso. L’elemento materiale della Creazione e le coscienze di tutti i livelli di sviluppo, oltre il Creatore, sono soltanto una piccola Parte dell’Assoluto. Per di più, il Creatore, “impregna” di Se la Sua Creazione, la quale, essendo composta dalle rivelazioni energetiche negli strati-eoni, somiglia ad una pasta-sfoglia, nella quale il primo — principale — strato, è quello che domina tutti gli altri. Questa “pasta-sfoglia” è l’Unico Integro. “Esiste soltanto il Tutto, un Tutto Unico Integro Pluridimensionale” — e questa non è solo una delle meditazioni superiori più importanti, ma è anche un’indubbia verità che delinea l’Assoluto. Ma noi, uomini, siamo parte integrante dell’Assoluto? La risposta è: Sì e No. Da un lato, in un certo senso, somigliamo alle cellule del sangue nel Corpo universale dell’Assoluto — insignificanti e piccole nei Suoi confronti, incapaci di esistere separatamente da Lui, completamente dipendenti da Lui, anche se aventi la possibilità di muoverci da soli, con restrizioni, nei limiti del Corpo. Però, se esaminiamo ad un altro livello, non dal punto di vista del Macro-organismo, ma delle “cellule” del Suo Corpo, — senza dubbio, come anime siamo separati fin dall’inizio. Per di più, abbiamo una gran libertà di volontà, dataci da Lui. E’ proprio di questo che si tratta: noi che siamo nati come anime separate, alla fine del nostro sviluppo dobbiamo arrivare allo stato di non-separabilità, non-dualità, con Lui, nel Suo strato-eone di “base”. Le affermazioni di alcuni pensatori che fin dall’inizio siamo identici a Lui e persino privi della libertà di volontà, non sono altro che buoni orientamenti meditativi per invitarci all’unione con Lui. In realtà, è proprio la libera volontà, il meccanismo che garantisce in maniera naturale “il nostro passare attraverso il setaccio” secondo il criterio etico: osserviamo le regole della vita che Egli ci ha dato, aspiriamo ad unirci con Lui nell’Amore? Secondo queste nostre decisioni si formano i nostri destini. Le nostre conoscenze filosofico-religiose e l’intensità dei nostri sforzi di trasfigurarci in conformità con la Volontà di Dio, determinano, in particolare, i nostri spostamenti da un’eone all’altro. Questo non dipende da tali o tal altre nostre azioni, ma dal nostro status emotivo: in quali stati emotivi siamo abituati a vivere — grossolani o fini. Così, essendoci abituati agli stati grossolani, “pesanti” del rancore, dell’odio, ci garantiamo “una dimora” nell’eone diabolico, tra coloro che sono simili a noi. Se, invece, abbiamo vissuto negli stati fini e teneri dell’amore, entriamo, in modo naturale, nell’armonia e purezza del paradiso. Oppure se abbiamo vissuto una vita “grigia” senza entrare negli stati molto “pesanti” e senza finezza marcata della coscienza, dopo la morte del corpo ci troviamo nei grigie strati della Creazione del Mondo. Neppure il paradiso, però, deve essere il nostro obiettivo, ma la Sede di Dio-Padre. Egli ce lo fa ricordare continuamente [10,18]. Per stabilirsi in Essa, avere la consapevolezza raffinata non è sufficiente; ci vuole anche la Saggezza, che è acquisita sia aumentando l’erudizione generale, sia con il lavoro intellettivo, sia servendo attivamente la gente in tutte le cose belle, sia aspirando insistentemente a conoscere Dio. Lo Spirito Santo è un insieme delle Individualità Divine che hanno inizio nella Dimora del Creatore. La funzione dello Spirito Santo è curare lo sviluppo di tutte le anime che si trovano ancora a basso livello. Lo Spirito Santo, infatti, è l’Organizzatore dei nostri destini. N’è Lui stesso l’artefice, oppure si serve di moltissimi spiriti aventi tali o tal altre caratteristiche — sia “paradisiache” sia “infernali”. Quando proviamo le ondate di beatitudine, che arrivano da non si sa dove, di rimando ai nostri pensieri o azioni corrette, è lo Spirito Santo che si rivela a noi. In simili casi la gente sostiene che Egli ci dona la Sua bontà divina. Gli speciali metodi meditativi permettono di avere, velocemente, contatti beati facili e frequenti con lo Spirito Santo. … Per rendere definitivamente chiaro il termine “Brahman”, è necessario dire qualche parola sull’antico sistema filosofico Indiano chiamato “Vedanta”. E’ importante per noi, perché l’Avatar dei nostri tempi, Sathya Sai Baba, rivolgendosi agli Indù educati nelle tradizioni filosofiche del Vedanta, spesso utilizza la terminologia di questa scuola filosofica. La filosofia del Vedanta si è formata in India ancora prima di Krishna, sulla base degli insegnamenti pagani di quattro Veda. In quei tempi gli Indù non sapevano ancora dell’esistenza di Ishvara — Dio-Padre. Proprio per questa ragione, nella filosofia del Vedanta, si considerava Brahman come la Suprema Divinità, e, persino, l’Assoluto. E’ stato Krishna a raccontare di Dio-Padre agli abitanti dell’India. Più tardi Dio ha dichiarato la stessa cosa al popolo d’Israele e a tutto il mondo moderno cristiano e musulmano tramite i profeti “del vecchio testamento”, Gesù Cristo e Maometto. Però, sia in India sia nel mondo cristiano, un grande numero di persone non è stato in grado di conservare le conoscenze di Dio-Padre, poiché ciò supera la loro capacità di percezione. Lui (il Padre) è rimasto quasi dimenticato da loro e sostituito con antichi personaggi fiabeschi in India, o con uomini deificati dall’immaginazione umana nelle sette cristiane di massa (per maggiori informazioni, ved. [6]). … Dal novero delle domande elencate all’inizio di questo capitolo, non ne abbiamo esaminato soltanto una: che cos’è la “Trinità”? Esiste Dio-Padre — la Consapevolezza Universale Primordiale Superiore che si trova nel finissimo eone dello spazio pluridimensionale nel “Retro-specchio” rispetto a tutto il conglomerato pluridimensionale della Creazione. Esso è l’Obiettivo Superiore per tutta l’umanità. Lo Spirito Santo è la Sua Rivelazione principale, il Rappresentante, l’Organizzatore e Curatore attivo della vita su tutti i pianeti abitati. A volte Dio-Padre Si rivela incarnato nei corpi umani. Le persone che sono arrivate all’Unione con Lui, diventano queste Particelle incarnate. In varie lingue Essi Si chiamano Messia, Cristo, Avatar. Perciò, la “Trinità” è il Creatore, lo Spirito Santo e Cristo; nella terminologia della Bhagavad Gita, la “Trinità” è costituita da Ishvara, Brahman e Avatar. Il termine “Figlio”, come spiega Gesù Stesso secondo tale contesto [35], è fuori luogo, perché ognuno deve imparare a sentire Dio come suo Padre-Madre, e se stesso come figlio o figlia. <<< Indietro : : : In su : : : Avanti >>> |